BACCALÀ
La tradizione antica che conquista i palati moderni
Nonostante Vasto abbia sempre avuto un porto, per secoli la sua attività è stata prettamente mercantile. Fino al dopoguerra non è mai esistita una flotta di pescherecci e la piccola pesca veniva condotta o da riva con le reti “a sciabica”, oppure dai trabocchi, le palafitte in legno che, ancora oggi, sono presenti su ciascun piccolo promontorio roccioso.
Nelle ricette tradizionali ha quindi trovato spazio, prima ancora del pesce fresco, il pesce conservato, in particolare il baccalà. Questo, infatti, si è diffuso a partire dal XV secolo, portato dai mercanti veneziani che l’avevano scoperto attraverso i loro rapporti commerciali con la Norvegia.
Ma cos’è esattamente il baccalà? È allo stesso tempo un pesce e una specifica modalità di conservazione. Questo termine, infatti, indica il merluzzo atlantico (Gadus Morhua) o quello pacifico (Gadus Macrocephalus) conservati sotto sale. Il pesce, una volta pescato, viene pulito, aperto, sopposto a salagione in una salamoia di acqua e sale per almeno tre settimane e, solo dopo, sottoposto alla definitiva salagione.
Prima del consumo, il baccalà deve essere dissalato tramite immersione in acqua fredda per tre giorni. Il processo di salagione dona alle sue carni un sapore caratteristico e molto intenso che lo rende irresistibile in tante preparazioni.
Come già detto, a Vasto il baccalà è di casa e, anche nel centro storico, ci sono negozi specializzati nella sua vendita in cui sono ancora presenti i vasconi in cui il prodotto viene posto a dissalare. Oggi potete gustare il baccalà in tanti modi diversi, fra cui, assolutamente da non perdere, vi sono il baccalà arrosto, cotto sulla brace di carboni e servito con filetti di peperone al forno, e il baccalà alla trappitara, in umido con pomodoro, cipolla, olive olearie e olio EVO.